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A partire dal 2024 termina il “regime transitorio” per la fattura cartacea dei soggetti che rientrano nel regime forfettario: esattamente dal 1° gennaio dovranno infatti tutti emettere le fatture in formato elettronico per le operazioni attive effettuate.
Con la fine dell’anno in corso si conclude il periodo in cui i forfettari potevano emettere, a determinate condizioni le fatture cartacee. Dal 01.01.2024, infatti, tutti coloro che rientrano in tale regime fiscale dovranno procedere con l’emissione delle fatture elettroniche per le operazioni effettuate. In precedenza si era posta la questione sulla corretta applicazione del “regime transitorio” per la documentazione delle cessioni/prestazioni in modalità cartacea: l’Agenzia delle Entrate, tramite la FAQ n. 150 del 22/12/2022 aveva infatti affermato (richiamando peraltro la propria circolare n. 26/E del 13/07/2022) che:
In questo modo l’Amministrazione finanziaria aveva escluso la necessità di emettere i documenti elettronici tramite SDI, dall’inizio del 2023, per i soggetti che avevano fatturato più di 25.000 nel 2022. Ad ogni modo – a prescindere dalla problematica emersa per il 2023 –non vi è dubbio in merito al fatto che, dall’inizio del 2024, saranno per l’appunto obbligati all’emissione delle fatture elettroniche tutti i soggetti forfettari.
Cosa dovranno dunque fare i Forfettari? Quest’ultimi potranno procedere:
Fonte: Fisco e Tasse
PNNR è l’acronimo di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e rappresenta il documento che ogni Stato UE ha dovuto presentare per accedere ai fondi previsti dal Next Generation EU, conosciuto anche come NGEU.
Il Next Generation EU è il piano pensato dall’Unione Europea per accelerare la ripresa economica dopo la pandemia da Covid-19 e prevede un pacchetto di 750 miliardi di euro composto da prestiti e sovvenzioni da elargire agli Stati membri dell’UE.
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In data 30 aprile 2021 il testo definitivo del PNRR italiano è stato inviato in via ufficiale alla Commissione Europea, ottenendo l’approvazione definitiva il 22 giugno 2021. Al suo interno è contenuto il pacchetto dettagliato delle riforme e degli investimenti per il periodo 2021-2026.
L’iter per la definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano è stato abbastanza articolato. Dopo la definizione del Next Generation EU, avvenuta il 21 luglio 2020 durante il Consiglio Europeo, tutti gli Stati hanno lavorato per stilare il proprio PNRR.
Il percorso italiano è iniziato nel settembre del 2020 con la proposta delle linee guida per la redazione del PNRR da parte del CIAE, il Comitato interministeriale per gli Affari Europei. Dopo l’autorizzazione delle Camere alla predisposizione del Piano una prima proposta del Consiglio dei ministri è arrivata sul tavolo parlamentare il 12 gennaio 2021. Dopo alcune osservazioni del Parlamento il Governo guidato da Mario Draghi ha lavorato ad una riscrittura del PNRR, discutendone anche con le forze politiche, le parti sociali e gli enti territoriali.
La trasmissione ufficiale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza da parte del governo Draghi al Parlamento è avvenuta il 25 aprile 2021 e pochi giorni dopo, il 30 aprile, è stata inviata alla Commissione europea. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha annunciato il 22 giugno 2021 l’approvazione del Piano.
Gli obiettivi del PNRR si sviluppano in due diverse direttrici.
La prima è quella di affrontare con decisione i danni economici e sociali scatenati dalla pandemia, la seconda è quella di risolvere le annose fragilità strutturali della nostra economia. In tal senso si porrà estrema attenzione su argomenti quali la lenta crescita della produttività italiana, i divari territoriali sempre più marcati, la debole partecipazione al mondo del lavoro dell’universo femminile e la poca attenzione ai settori dell’istruzione e della ricerca.
Questi obiettivi, infine, dovranno essere raggiunti senza dimenticare i due pilastri del futuro economico e politico: la transizione ecologica e la digitalizzazione.
All’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano sono descritti dettagliatamente i progetti per i quali la nostra nazione chiede di accedere ai fondi comunitari. Il piano presenta il modo in cui queste risorse verranno utilizzate e un calendario relativo all’impiego delle stesse.
Come ogni Stato anche l’Italia ha dovuto seguire le linee guida proposte dalla Commissione europea, sviluppando il proprio piano in tre ambiti fondamentali: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Nel dettaglio il PNRR di Draghi è stato suddiviso in 16 diverse componenti raggruppate poi in sei missioni:
A quanto ammontano gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano? L’importo totale è di 222,1 miliardi di euro: di questi 191,5 arrivano direttamente dai finanziamenti dell’UE attraverso il programma Next Generation EU, mentre 30,6 miliardi verranno pescati dal Fondo complementare, un fondo che verrà finanziato dallo scostamento pluriennale di bilancio, come da approvazione del 15 aprile 2021 del Consiglio dei ministri.
Per quanto riguarda i 191,5 miliardi di euro che arriveranno dall’Unione Europea è utile ricordare che 68,9 miliardi sono a fondo perduto, mentre 122,6 sono prestiti.
I 222,1 miliardi di euro verranno ripartiti su 151 investimenti diversi, dedicati alle 16 componenti delle 6 Missioni.
Rispetto alla prima bozza di PNRR il Governo Draghi ha apportato importanti modifiche:
Alcune missioni sono state potenziate, mentre alte depotenziate. Ecco nel dettaglio le percentuali riviste relative all’allocazione delle risorse economiche per missione:
In sostanza l’intervento del Governo Draghi mantiene come caposaldo del PNRR la Missione ecologica, e potenzia gli ambiti della Digitalizzazione e dell’Istruzione e Ricerca. Molto importante anche evidenziare come nel PNRR di Draghi sono previste sostanziose riforme nella PA, nel sistema giudiziario e nelle misure di semplificazione legislativa.
Ovviamente questo corposo intervento economico porta con sé una strategia di riforme che ha l’obiettivo di creare provvedimenti correttivi che possano dare nuova linfa al sistema italiano. Come ammonisce il nome del Piano, Ripresa e Resilienza saranno le linee guida per ricostruire l’economia italiana travolta dalla pandemia da Covid-19.
Il PNRR di Draghi prevede in totale 63 riforme, fondamentali per poter raggiungere gli obiettivi del Piano. Come ricordato da Draghi le riforme saranno suddivise in tre tipologie: riforme orizzontali, riforme abilitanti e riforme settoriali. Proviamo ad analizzarle nel dettaglio.
Le riforme orizzontali hanno un interesse trasversale, ovvero riguardano indistintamente tutte le missioni del PNRR. Si tratta di riforme strutturali che hanno l’obiettivo di migliorare l’ecosistema economico italiano seguendo i principi di equità, competitività ed efficienza.
Nelle riforme orizzontali rientrano:
Nelle riforme abilitanti rientrano tutti quegli interventi necessari per fare in modo che si possa garantire l’attuazione del Piano. Si tratta quindi di riforme che hanno l’obiettivo di eliminare gli ostacoli amministrativi, procedurali e regolatori che rallentano lo sviluppo economico e degradano la qualità dei servizi che lo Stato offre ad imprese e cittadini. In questo contesto sono inseriti gli interventi per la semplificazione legislativa e la promozione della concorrenza.
Come si evince dal nome le riforme settoriali sono invece le misure che puntano a modificare internamente specifici settori di intervento. Come le riforme orizzontali e abilitanti questi interventi puntano a migliorare l’efficienza procedurale e regolatrice.
Se un normale cittadino vuole seguire passo per passo lo sviluppo del PNRR e comprendere come l’Italia si sta muovendo in quest’epoca di ristrutturazione economica post-Covid può liberamente accedere al sito italiadomani.gov.it.
Il sito è stato lanciato dal Governo in data 3 agosto 2021 ed è il portale ufficiale del PNNR. Al suo interno è possibile analizzare dettagliatamente tutti i contenuti del Piano, accedere a notizie specifiche, seguire il percorso di attuazione di ogni intervento e visualizzare schede di monitoraggio per ogni intervento.
Si tratta di un’opportunità unica per il cittadino per visualizzare in tempo reale come le risorse economiche ottenute dall’Unione Europea vengono distribuite sul campo, attraverso interventi e riforme che hanno l’unico obiettivo di migliorare il tessuto economico del nostro paese.
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La soluzione ITShop – ADCstore offre un’ampia gamma di soluzioni su misura per il mercato Retail. Essa è composta da una suite di soluzioni sviluppate per soddisfare tutte le esigenze e si compone in moduli software integrati e scalabili tra loro.
I moduli base principali che compongono la suite ITShop – ADCstore sono: Store e MyPos. La modularità e la scalabilità delle soluzioni permettono l’implementazione di qualsiasi modello di organizzazione aziendale di vendita, dalla singola postazione cassa alla più complessa delle strutture, legando attraverso un unico “filo” tecnologico la sede organizzativa ai Punti Vendita, fino al singolo punto cassa. ITShop – ADCstore è una soluzione in linea con la tecnologia attuale ma che ha un basso impatto verso le risorse impegnate, con abbattimento notevole dei tempi d’installazione, velocità operativa e di apprendimento delle funzionalità.
Negozio singolo |
Rete di Negozi |
Parchi Commerciali |
Il nucleo base delle soluzioni ITShop è il modulo Store. Esso è il prodotto sviluppato per la gestione delle vendite e del punto vendita di aziende commerciali e si distingue per completezza, velocità, affidabilità e flessibilità. Store è orientato verso ogni tipo di business legato al settore retail, un software nato per soddisfare ogni tipo di esigenza indipendentemente dal genere di prodotti che si deve gestire, vendere, promuovere e analizzare.
Funzionalità principali:
Il modulo di vendita di Front End è una postazione di cassa integrata. E’ stato concepito, studiato e realizzato per essere utilizzato all’interno di un hardware All-in-One con touch screen, di una postazione con hardware modulare e per integrare stampanti fiscali multi brand. Tutto orientato al minor impatto di occupazione di risorse di sistema; non necessita di conoscenza tecnologica specifica da parte degli utilizzatori, e si avvale anche di una elevata qualità del servizio di assistenza specializzata sulla soluzione.
Include Funzionalità adeguate al retail italiano, con un’attenzione particolare alla flessibilità e all’ergonomia per rendere pratico e semplice il lavoro dell’operatore di cassa.
Funzionalità principali:
Un sistema di vendita integrato e completo per il tuo Parco Commerciale
ITShop – ADCstore è lo strumento che abbiamo studiato per supportare le attività di vendita all’interno di una struttura commerciale organizzata su più negozi, diversi per tipologie di vendita, ma che devono essere gestiti all’interno di regole condivise e controllati come un’unica entità.
La possibilità di integrare logiche di vendita specifiche per negozio, potendo gestire indistintamente da un unico sistema centrale, negozi di merchandising, a food, a ristorazione, condividendo le informazioni dei clienti, anche abbonati, e impostando politiche commerciali promozionali «cross» attività di vendita, integrando i sistemi di vendita a sistemi di controllo accessi con supporti ottici (barcode) o elettronici (tag rfid) assegnati ai clienti.
Integrare le informazioni provenienti dai sistemi di bigliettazione ed accesso al parco, utilizzare sistemi self-checkout specializzati per tipologie di vendita (accesso al parcheggio, vendita bar self-service, vendita servizi specifici con accesso controllato).
Per questo utilizziamo i moduli specifici della nostra soluzione, ma che sono integrati al resto degli altri moduli standard utilizzati nel retail per garantire la condivisione delle esperienze di gestione e vendita con gli altri clienti.